Lino Strangis è un artista mediale (videoarte, realtà virtuali interattive, sound art e musica sperimentale) nato a Lamezia Terme il 19/01/1981, vive e lavora a Roma e Torino.
Già musicista polistrumentista (strumenti acustici, elettroacustici, elettronici, autocostruiti, digitali), laureato in Filosofia (indirizzo Estetica), durante gli studi universitari, dopo aver avuto i primi esordi nel campo della pittura e delle installazioni, individua le arti audiovisive sperimentali e la ricerca dell'intermedialità come linguaggio prediletto e dopo brevi trascorsi nell'underground romano, tiene la sua prima personale ufficiale nel 2005, al MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea di Roma, a cura del direttore Simonetta Lux.
Dal 2006 partecipa a numerosi festival, mostre e rassegne storiche internazionali in Italia e all'estero e tiene diverse esposizioni personali in gallerie private e prestigiosi musei tra cui MACRO (Roma), MAXXI (Roma), MUSEO PECCI (Prato), FABBRICA DEL VAPORE (Milano), MUSEO RISO (Palermo), MAUTO (Torino), PAN (Napoli), GAMC (Viareggio), WHITE BOX MUSEUM OF ART (Pechino), muBA (S.Paulo).
Attivo anche come sound e multimedia performer ha fondato vari progetti legati alla sperimentazione sonora e l'improvvisazione libera ( da solo e con gruppi quali E.T.E.R.E. Project) ed è autore di musiche e sonorizzazioni per se stesso ed altri artisti. Impegnato anche come curatore, critico indipendente e organizzatore di eventi: ha fondato il gruppo curatoriale Le Momo Electronique e dal 2011 è direttore artistico del C.A.R.M.A. (Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate).
Co-autore e regista di Entr'acte Intermediale (programma televisivo dedicato alla videoarte), dal 2012 è professore a contratto presso il DAMS dell'Università Roma Tre dove tiene il laboratorio di arti digitali e dal 2016 è titolare del corso di Installazioni multimediali presso L'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Ideatore saggista e curatore dell'edizione (libro+dvd) "La videoarte nel mondo del software (edita da Palladino editore) ha anche scritto per diverse riviste e pubblicato saggi su diverse edizioni.
Importanti sono anche i suoi impegni nel campo delle installazioni ambientali e delle scenografie multimediali e interattive: dal 2011 collabora agli spettacoli teatrali di Carlo Quartucci e Carla Tatò, ha realizzato le video-scenografie per spettacoli musicali quali SHAMANS OF DIGITAL ERA (che ha anche ideato) e il 70° GALA CONCERT del conservatorio nazionale del Kazakistan.
Hanno scritto di lui e curato sue mostre alcuni dei più noti esperti del settore tra cui Marco Maria Gazzano, Lorenzo Taiuti, Piero Degiovanni, Francesca Gallo, Anna Maria Monteverdi, Bruno di Marino, Veronica D'Auria, Valentino Catricalà, Maurizio Marco Tozzi, Giacomo Ravesi, Mariagrazia Costantino. Le sue opere sono state esposte al fianco di quelle di artisti come Nam June Paik, Bill Viola, Robert Cahen, Studio Azzurro, Miao Xiaochun, Steina e Woody Vasulka, Gianni Toti.
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A strange earthquake of the mind, 6:25, 2016 E' la visualizzazione di un viaggio di una ipotetica mente collettiva durante un sogno metaforico, alla vigilia di un cambiamento epocale. La terra trema e con essa le strutture della psiche e le fondamenta del pensiero, mentre si preparano importanti sfide ed è necessario assumersi la responsabilità di re-inventare la mente e il mondo trovando un equilibrio differente.
Metaphysical orogeny , 7:44, 2016 Metaphysical orogeny è la metafora in movimento di un intenso cambiamento nelle strutture di valori dominanti, uno sconvolgimento importante che scuote dal
profondo delle viscere le placche tettoniche di una cultura. Un terremoto delle menti e delle visioni di mondo ... L'inizio di una nuova era.
Pensiero volante non identificato, 4:30, 2014
Pensiero volante non identificato è «un momento fuori dal tempo in cui lo sguardo si concentra su un angolo apparentemente marginale della realtà (un fenomeno di rifrazioni luminose nel buio della notte) per partire, come in un aeroporto della mente, verso un breve ma intenso viaggio a cavallo tra le dimensioni. Un pensiero volante che si dispone alla visualizzazione dell'universo, un macrocosmo musicale, fondato dal suono, animato da una perpetua vibrazione. Un universo danzante in cui il pensiero si inoltra alla ricerca di conoscenza e libertà, verso una serie di visualizzazioni: interpretazioni ulteriori della realtà come fenomeno percepibile. PENSIERO VOLANTE NON IDENTIFICATO è una visione simbolica, un'apparizione, un'esperienza allegorica che intende audio-visualizzare un possibile tuffo nell'oltre-mondano, l'immaginazione umana quando si spinge verso l'ignoto. Assistiamo alla metafora intermediale di un certo comportamento mentale sotteso all'intera storia dell'umanità e delle sue evoluzioni: quello slancio verso l'ulteriore e il diverso dal semplicemente noto che ci ha permesso di continuare ad esistere come specie.
Battle in her mind, 8' 36", 2010 Quest'opera nasce nel contesto di una video arte che si confronta apertamente con il cinema e la letteratura, ripensandone i concetti, l'estetica e i personaggi: emerge il rifiuto di approssimarsi a queste forme espressive nel riconsiderare a proprio modo, e con i propri originali strumenti, le tematiche e i riferimenti in questione.
La figura simbolo (soprattutto grazie al famoso film di Q. Tarantino "KILL BILL") della donna samurai, già di per se originale ed accattivante, viene profondamente reinterpretata nella messa in scena di una lotta interiore, mentale. A sfidarla non sono i classici "cattivi" ma lei stessa, che in un momento epifanico si scopre decisa ad affrontare la molteplicità del suo essere in una lotta che si confonde con la danza. Versione odierna e prettamente intermediale della dimensione speculativa inaugurata da Pirandello in "Uno, nessuno e centomila", Battle plays in her mind è un esempio di interazione profonda tra performance e post produzione digitale.
Ulteriore particolarità di quest'opera emerge dalla traccia audio (realizzata dallo stesso Strangis) che unisce antiche melodie giapponesi e musica elettronica, oltre che dall'utilizzo semantico di due tipi di definizione (hd e effetto vecchia tv) per sottolineare ulteriormente la doppia dimensione "in her mind/out her mind".
Ying Aoyun, 3'34", 2009
La presentazione delle Olimpiadi di Pechino 2008 ha costuito un epocale atto di auto-presentazione della Cina odierna sul piano globale.
Strangis, nell'intenzione di reagire criticamente a quella che percepisce come propaganda e nel tentativo quindi di «[...]riappropriarsi di una qualche dimensione personale nella percezione dei grandi eventi mass-mediatici.» (Strangis, 2010), coglie l'immagine trasmessa e diffusa da quest'immenso paese che si va imponendo sulla scena globale e la ri-forma secondo il proprio sentire.
Selezionando alcune brevissime sequenze da egli definite “interstizi sensibili del prodotto audiovisivo”, reinventa radicalmente una delle maestose coreografie a partire dalla loro ri-definizione, incrementando in postproduzione digitale gli aspetti metaforici da cui è maggiormente colpito: la moltitudine e la sincronia.