Riccardo Muroni (1980) nato a Sassari vive e lavora a Torino.
Si definisce un artista multimediale.
Le tecnologie sono utensili utilizzati in modi differenti a seconda del tipo e di discorso affrontato.
..."Mi trovo molto spesso a lavorare con media diversi quali video, installazioni e creazioni fisiche di oggetti scultorei"...
Lo spazio, le dimensioni, il tempo sono principi che stratificano e sedimentano all'interno delle sue opere e il senso è solo un pretesto per la creazione, la vera comprensione è nel carattere polisemico delle strutture create.
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Sonorizzazione attiva di una situazione arbitraria
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installazione video loop a 10 canali, 2015 Se l'ombra è la proiezione bidimensionale di una realtà tridimensionale, il video è la proiezione quadridimensionale di una realtà tridimensionale.
In questo luogo quadridimensionale un oggetto che si muove in uno spazio, spinto da forze fisiche, è visto come un generatore di casualità temporale.
La casualità, come conseguenza, diventa la partitura con la quale un suono ha la capacità di decontestualizzare una situazione, astraendola dal suo contesto naturale e attuale, donandogli una dimensione ulteriore, quella mentale, che vive solo esclusivamente all’interno dell’opera.
L’installazione è composta da 10 video realizzati in 10 situazioni diverse e associati ognuno a un suono diverso.
Anche i formati video sono diversi così come gli speakers collegati ad ogni singolo display.
Non c’è riferimento temporale (i video vanno in loop indipendentemente) ne spaziale perché le situazioni riprese potrebbero esistere in qualunque luogo.
Tutti i video sono privi della componente umana ma tutti girati in soggettiva.
In questo modo (utopico) chi osserva è trasposto dalla sua realtà alla mia.
La situazione è reale ma traslata perché non si ha mai una visione oggettiva del tempo e dello spazio.
Io sono il filtro della mia realtà.
010, 11:11, 2015
010 è il secondo video di un ciclo di tre in cui il tema è lo "spazio-tempo". Fa riferimento alle nuove teorie basate sull'esistenza di mondi e universi paralleli, dove non siamo più solo noi, ma molti di noi. Questo va a decostruire la concezione antropocentrica dell'uomo, perché l’essere umano, in relazione con l'universo, non è altro che polvere di stelle. In generale, la mia ricerca, si riferisce al tempo come dimensione fisica che interagisce con lo spazio. Uno spazio uguale a se stesso, ma moltiplicato. A questo si aggiunge la volontà di creare un luogo dove non c'è né inizio né fine, dove il tempo filmico è qualcosa che ha un volume: una stratificazione temporale. Non voglio raccontare una storia, ma piuttosto creare una situazione in cui lo spettatore venga trasportato in un mondo senza tempo e spazio come esercizio meditativo e in quel luogo trovare la vera storia che non è data dal video ma dall'atmosfera che crea il video.
010 è un "performance a strati" nel tempo, ma nello stesso spazio: un lago di sale. Sul terreno c'è una reticolo che rappresenta la struttura cristallina di "NaCl" (sale). La performer, rappresenta i due atomi presenti nel sale: sodio e cloro. Questi atomi sono posizionati in punti precisi all'interno della griglia. In questa danza lo spazio è occupato nella sua interezza da figure che poi svaniscono nel nulla, in modo che il ciclo si possa ripetere all'infinito.
Performer: Valentina Casabianca
LISIRI pbrane, 07:34, 2014
LISIRI pbrane è il primo video di un ciclo di tre in cui il tema è lo "spazio-tempo".
È un'installazione immersiva dove le dimensioni sono considerate parte di un sistema, quello universale, multidimensionale.
L'installazione richiama la Teoria delle Stringhe che analizza la possibilità di un universo dove le dimensioni spaziali e temporali possono essere infinitamente piccole o infinitamente grandi.
Il video è caratterizzato dalla presenza di 15 figure, sempre le stesse, ad indicare una sovrapposizione nello stesso spazio ma in tempi diversi.
La stessa azione è ripetuta all'infinito come un rituale.
La parte audio è suddivisa in 2 canali.
Il primo è una stratificazione vocale che scorre su tutto il flusso video.
Il secondo è una stratificazione del suono ambiente modulato e decontestualizzato dal luogo.
L'obbiettivo è quello di creare un luogo non-luogo dove il tempo e lo spazio sono assolutamente relativi.
Performer: Valentina Casabianca
Mobius, 06:32, 2014
Le superfici ordinarie, intese come le superfici che nella vita quotidiana siamo abituati ad osservare, hanno sempre due "lati" (o meglio, facce), per cui è sempre possibile percorrere idealmente uno dei due lati senza mai raggiungere il secondo. Per queste superfici è possibile stabilire convenzionalmente un lato "superiore" o "inferiore", oppure "interno" o "esterno".
Nel caso del nastro di Möbius, invece, tale principio viene a mancare: esiste un solo lato e un solo bordo. Dopo aver percorso un giro, ci si trova dalla parte opposta.
Quindi per esempio si potrebbe passare da una superficie a quella "dietro" senza attraversare il nastro e senza saltare il bordo ma semplicemente camminando a lungo…
Möbius è una metafora che però mi aiuta a spiegare con poche parole: “cambiamento”, “ciclo”, “percorso” quello che è racchiuso in Möbius.
Nel compiere un ciclo non si arriva mai al punto di arrivo (che coincide con il punto di partenza) uguale a come si è partiti perché percorso significa cambiamento, mutazione.
Un percorso ad ogni ciclo sempre diverso che attinge sia dall’esterno che dall’interno in un loop infinito dove solo apparentemente non vi è evoluzione.
AP – 206 + VP – 333
206 sec + 333 sec, 2011 - 2016
AP – 206 + VP – 333 è una ricerca sonoro visuale che sta tra la video-performance e la video-arte.
Come nel sonoro è fondamentale il tempo, nel video è basilare lo spazio.
La combinazione tra le due dimensioni, forma il cronotopo (grafico spazio-tempo).
Su questa maglia spazio-temporale poggiano le due trame.
Il luogo è lo stesso: la spiaggia di Piscinas, Sardegna uno dei deserti più grandi d’Europa.
Il momento è lo stesso: l’alba e le inquadrature disposte una di fronte all’altra: una ad est (AP – 206) e una a ovest (VP – 333).
Performer: Valentina Casabianca e Antonio Muroni