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Suspended territories and other Italian stories
Videoart screening curated by Visualcontainer Italian Videoart Platform
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Incidental Peripheral
Videoart Screening from Mediterranean area
Curated by Rachel Dedman, London/Lebanon
26 October 2015
c/o MUU Galleria
Lönnrotinkatu 33
Helsinki
Il territorio come spazio inesplorato o ripensato, luogo di apparizioni e riflessioni.
La selezione video verte sul rapporto tra la ricerca artistica e la ricerca di territori altri, dove poter trascendere dal dato reale per ricreare uno spazio concettuale o subliminale.
Si tratta di storie raccontate a metà, di spazi sospesi tra reale e il subliminale. Storie che ridisegnano i confini del reale e che indagano il quotidiano o la proiezione di esso. Un viaggio tra pensieri, ricordi ed elaborazioni che riguardano aspetti socio culturali che riflettono la situazione contemporanea italiana.
Gli artisti selezionati a loro volta riflettono le visioni degli ultimi anni attraverso il mezzo video, ricreando scenari reali ed ideali, giocando con il linguaggio digitale fino all’astrazione del dato reale stesso. Le opere presentate sviluppano un linguaggio originale, una non-narrazione lineare che porta lo spettatore su diversi livelli di lettura e comprensione.
Le opere selezionate spaziano dall’animazione alla performance, creando volutamente un caleidoscopio di linguaggi visivi per amplificare la percezione e la visione dello spettatore.
Visualcontainer come piattaforma dedicata alla videoarte italiana, da anni ricerca e indaga la produzione audiovisiva sia di artisti middle-carrier che di giovani artisti emergenti. Le considerazioni emerse dalla stesura di “Suspended territories and other italian’s stories” evidenziano in particolare l’intensità e la bellezza attraverso ricerche linguistiche sempre originali attraverso l’uso consapevole del mezzo audiovisivo e delle nuove tecnologie.
Artists:
Barbara Brugola & Trond Arne Vangen, Rita Casdia, Natalia Saurin, Marta Roberti, Mauro Folci, Armida Gandini, Lucia Veronesi, Lino Strangis, Cristina Ohlmer, Patrizia Bonardi
Video selected:
Barbara Brugola & Trond Arne Vangen – Pic nic , 8.00, 2015
Rita Casdia – I d , 4.50, 2015
Marta Roberti – Sarà stato, 7’12”, 2013
Natalia Saurin – Contemplazione, 3:33, 2010
Mauro Folci – Esodo/Exodus, 1’37”, 2011
Patrizia Bonardi – Run with the past, 4: 41 2014
Armida Gandini – Muovo sonnambula al mondo, 2’00”, 2012
Lucia Veronesi – Paesaggio senza titolo #7, 2′ 32”, 2014
Lino Strangis – Pensiero volante non identificato, 4:30, 2014
Cristina Ohlmer – Pixel Motion, 13.00, 2013
Visualcontainer Italian Videoart Platform nasce allo scopo di promuovere e divulgare opere e progetti di videoarte attraverso i diversi progetti culturali organizzati all’interno di un unico polo di ricerca che comprende:
Visualcontainer distributor, il primo distributore italiano di videoarte con un archivio in continua crescita di 70 artisti e più di 200 video consultabili on line e disponibili per il noleggio, e polo attivo nella ricerca e scambio di progetti culturali.
VisualcontainerTV – International Videoart webchannel, il web channel fondato nel 2009, il cui palinsesto comprende rassegne, interviste, monografie e screening dedicati ad artisti, festival e al mondo della videoarte.
[.BOX] videoart project space, dal 2010 lo spazio espositivo di Milano che ospita le più aggiornate ricerche nel panorama della videoarte, grazie alla collaborazione con curatori ed istituzioni internazionali.
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Incidental Peripheral
Videoart Screening from Mediterranean area
Curator: Rachel Dedman, London/Lebanon
Quale significato ha il termine Mediterraneo per gli artisti? Come uno spazio definito da una connessione periferica al mare, è assolutamente enorme – si estende dal sud della Spagna,
Nord Africa e l’Italia tutta la costa dell’Europa orientale, spaziando fin oltre la Turchia,la Grecia prima di arrotondarsi in Egitto e Libia. Una regione sagomata – letteralmente – dalla fluidità di un corpo d’acqua, quale rilevanza può avere questo termine sulla comprensione delle pratiche degli artisti che lavorano in paesi perifericamente connessi, al di là di un concetto geograficamente superficiale?
Questo screening della durata di un’ora per MUU Helsinki, non tenta di rispondere a questa tematica, e non vanta né ampiezza di considerazioni, né rigore. L’idea è quella di resistere alla tentazione di gettare le reti tematiche troppo ampie, o soffermarsi specificatamente sul Mediterraneo come luogo di ansia, urgenza, di migrazione e sconvolgimenti politico-economici. La selezione
video è basata invece da un interesse sulle località di origine come un modus operandi di lavorare con il mezzo video, ed è realizzata da opere considerate, in modi molto diversi, in base al genere e al significato del termine “provenienza”.
Selezione Video:
Nour Ouayda, The Pale Light Of Day, 2014, 22′
Mirna Bamieh, Interrupted Biographies, 2014, 11′
Faycal Baghriche, The Message Project [extract], 2010, 8′
Marwan Hamdan, On Earth As It Is In Heaven, 2014, 14’08”
Rachel Dedman (b.1989, London) is an independent curator and writer based in Beirut, Lebanon. Rachel is currently curating the inaugural satellite exhibition for the Palestinian Museum, 2016, (Birzeit, West Bank) on the history and contemporary political significance of embroidery and textiles. In 2015 she curated the winning Franchise Program exhibition for apexart (New York, USA) in Beirut, and is curator-in-residence at 98weeks (Beirut, Lebanon). Rachel’s writing has been commissioned and published by Ibraaz, the Mosaic Rooms, Culture+Conflict, ArtDiscover and the Journal of Art Historiography. She was a finalist in the International Awards for Art Criticism, and has received scholarships from Independent Curators International and the Getty Foundation. She is the co-founder of the collective Polycephaly, which transforms research projects into meeting-points to think, formulate and share ideas around the process of art-making today. Rachel holds a First in the History of Art from St. John’s College, Oxford, and was the Von Clemm Fellow at Harvard University, 2012-13. In 2013/14 she was a participant of Ashkal Alwan’s Home Workspace Program, Beirut.
racheljdedman@gmail.com
MUU è run artists space finlandese, associazione artista interdisciplinare, fondata nel 1987 per rappresentare e promuovere forme d’arte nuove e sperimentali, come Q media art, performance, video, arte ambientale, arte concettuale, la ricerca sonora e altre modalità sperimentali di produzione culturale.
Gli obiettivi di Muu sono quelli di sviluppare la collaborazione e lo scambio di artisti che lavorano in campi diversi, per la produzione di progetti, eventi, seminari e mostre e di suscitare discussione politica culturale. Muu opera con organizzazioni culturali ed educative finlandesi ed internazionali.
Un ringraziamento speciale a Timo Soppela e tutto lo staff di MUU Galleria e Rachel Dedman, oltre che all’ Istituto di Cultura Italiano di Helsinki per aver reso possibile il progetto di scambio.
DONA IL 5 x 1000
Visualcontainer
Via Volturno 35
20124, Milan – Italy
info@visualcontainer.org