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A differenza di quanto accadeva anche solo una decina di anni fa, la videoarte è oggi un mezzo espressivo assolutamente diffuso ed indiscutibilmente protagonista nel sistema e mercato dell’arte contemporanea, trovando sempre maggior ospitalità tra le maggiori gallerie ed istituzioni pubbliche e private internazionali e tra i più acclamati appuntamenti, rassegne e biennali d’arte contemporanea.
Questo sembra essere vero soprattutto per l’estero, Stati Uniti d’America, Inghilterra, Francia e Paesi Nordici in primis, dove la videoarte è stata accettata e valorizzata già da tempo, sia per quanto attiene gli aspetti teorico-estetici che per la promozione più propriamente commerciale. Numerosi sono così i siti internet concepiti come piattaforme di esplorazione e valorizzazione videoartistica, uno tra tutti Videoarum in Spagna, o le istituzioni ed Associazioni appositamente dedicate, con una diffusione tale da poter annoverare perfino una Associação Cultural Videobrasil; non mancano progetti di recupero ed archiviazione di opere storiche, come ad esempio l’inglese Rewind promosso dalla Università di Dundee in Scozia, e neppure festival a cadenza annuale, ubiquitari al punto dall’esprimere un “international experimental film and video festival” anche in quella remotissima e per lo più sconosciuta provincia artistica che è l’Islanda.
A questa moltitudine di possibilità di valorizzazione e supporto, si è poi aggiunta una realtà peculiarmente rivolta all’acquisizione di opere ai fini di promozione al contempo artistica e commerciale: il distributor. Come già indicato dal nome, si tratta di organismi che si prefiggono di entrare in possesso di opere di videoartisti emergenti o già noti e promuoverne quindi la distribuzione per scopi culturali o commerciali nei confronti di fruitori pubblici o privati. La modalità di azione prevede generalmente l’istituzione di un archivio on-line, di solito principalmente inerente gli artisti nazionali, la presentazione delle opere e la possibilità di acquistare permanentemente o noleggiare una copia consumer di quelle di interesse tramite la semplice compilazione di un apposito form on-line. Di norma, l’attività principale dei distributors consiste nel noleggio delle opere, con tariffe direttamente proporzionali al valore dell’opera e alla durata del possesso, e che possono essere eventualmente fissate dall’artista produttore ma che altrimenti e in linea di massima si unificano in una tabella standard a livello internazionale. I proventi vengono poi divisi tra l’artista ed il distributor, in un rapporto variabile da una realtà all’altra come chiaramente specificato nel contratto visibile nei relativi siti; anche l’eventuale costo del servizio a carico dell’artista varia a seconda del distributor. Ciascuno di loro, comunque, garantisce un’azione volta a distribuire e circolare le opere del proprio archivio nell’ambito di festival, manifestazioni e possibilità espositive a loro accessibili, catalizzando di concerto un opportuno dibattito critico sulle opere possedute e sul mondo della videoarte in generale. Nel complesso, si tratta in molti casi di meccanismi perfettamente funzionanti e conosciuti da un considerevole lasso di tempo, che acquistano ancor maggior interesse considerando la possibile, ed auspicabile, catena di contatti-scambi che possono instaurare a livello internazionale. E’ forse anche per questo che oggi è possibile rilevare la cospicua presenza di 8 grandi distributors in territorio americano e canadese, 3 nelle vicine Francia ed Inghilterra, ben 5 nei Paesi Nordici, che dimostrano in questo un’attenzione alla valorizzazione dei propri operatori video quasi sproporzionata rispetto alla propria densità demografica, mentre anche i Paesi Bassi possono vantare almeno un grande distributore a livello internazionale.
Come si vede, sono numeri non indifferenti per una realtà comunque di settore ed elitaria (stiamo pur sempre parlando di arte contemporanea) quale la videoarte, che testimoniano con certezza l’interesse dimostrato sia dai collezionisti e dalle istituzioni, che possono così accedere direttamente ad un archivio di opere selezionate ed entrarne in possesso in maniera semplice e certificata, con prezzi e modalità trasparenti, così come dagli stessi artisti, che tramite i distributors possono dapprima far conoscere le proprie opere, scavalcando le frequenti barriere imposte dai circuiti spesso chiusi di gallerie e curatori, e poi di farle circolare secondo i loro desideri, ad un livello culturale e/o commerciale. E in Italia? Da noi tutto questo è stato finora il classico giardino del vicino, dall’erba sempre più verde, mentre i nostri terreni di conoscenza e di sviluppo giacciono ancora desolati ed incolti.
Per molti aspetti ancora arretrato rispetto ai cugini d’oltralpe, per non parlare di quelli nordeuropei od oltreoceano, il panorama della videoarte italiana non conosce alcuna realtà distributrice che non sia propriamente commerciale o legata al mondo delle gallerie, mentre usufruisce dell’apporto appassionato e vitale di centri di documentazione ed archiviazione quali il careof di Milano, che però non dedicano all’aspetto distributivo che una minima parte del loro operare.
VisualContainer è nato allora proprio per colmare questa lacuna: proponendosi nel circuito e mercato artistico italiano come primo e vero distributor, l’Associazione si propone di realizzare un archivio di giovani videoartisti del tutto paragonabile a quelli stranieri, in grado di ospitare da decine a centinaia di titoli, di renderli parzialmente od integralmente visibili on-line e quindi avviarne la promozione a livello di istituzioni pubbliche e private, per soli scopi culturali e di conoscenza e senza alcun fine commerciale, e/o la distribuzione, vale a dire il noleggio o la vendita di copie consumer sia sul mercato nazionale che, soprattutto, su quello internazionale, stabilendo contatti e rapporti di interscambio con i distributors mondiali sopra citati.
Al pari di quelli ed auspicabilmente anche con loro, VisualContainer agirà anche sul piano culturale, catalizzando un’area di dibattito e di approfondimento critico circa il linguaggio ed i protagonisti della videoarte italiana passata e presente, introducendo infine, tramite interviste ed apposite schede critiche ed informative, quei giovani emergenti che magari sconosciuti oggi, ci auguriamo possano così divenire i grandi protagonisti della videoarte di domani.
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