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INTERFACE |Video Art Event, IXth edition
Curator: Associate Professor Dr. Gabriela Diana Bohnstedt Gavrilas
Visualcontainer’s Selection
The Museum of Tarii Crisurilor, Oradea – Romania
the White Night of Museums
19-20th of May 2017
7.pm – 02.pm
In cooperation with:
University of Oradea – Faculty of Arts – Department of Visual Arts
The Museum of Tarii Crisurilor, Oradea, Romania
Conflux Oradea (Romania)
Visual Container, Milano (Italy)
VisualcontainerTV International Videoart webchannel
[.BOX] Videoart Project Space Milano (Italy)
Artists: Lino Strangis – Flavio Scutti – Debora Hirsch – Cristobal Catalan – Sonia Armaniaco – Barbara Brugola – Lucia Veronesi
INTERFACE*
*
1. A point where two systems, subjects, organizations, etc. meet and interact.
‘the interface between accountancy and the law’
1.1 Physics: A surface forming a common boundary between two portions of matter or space, for example between two immiscible liquids.
‘the surface tension of a liquid at its air/liquid interface’
2. Computing: A device or program enabling a user to communicate with a computer.
2.1 A device or program for connecting two items of hardware or software so that they can be operated jointly or communicate with each other.‘an application program interface’”.
Oxford dictionary
https://en.oxforddictionaries.com/definition/interface
“Being able to tridimensionally process images on digital devices allows the video artist to materialize his/her ideas through philosophical approaches of the virtual space, approaches that consider reality the base for future premises.
The interface must be understood not pejoratively, as a superficial surface or a simulation without any conceptual consistency, but as a succession of images representing the same object of reference, transformed in different ways by the artist without losing the concept.
Our proposal is to create hypothetical universes, alternative realities characterized by flexibility and conexions simultaneous to the imaginary world; realities that elude physical, ideological, aesthetic restrictions.
In this manner, the artist selects from the environment and its belonging phenomena, certain features that he/she will eventually either simplify or enrich with abstract elements belonging to the virtual space. Using diverse digital instruments, the artist delivers the idea that dominates the concept of the video project.
The result is an Interface that structures access to the succession of the created video images, that does not depend upon the researched reality because it evolves differently based on the video artist’s subjective and autoreferential choices.
Thus, two apparently contradictory worlds fusion and meet in the world of ideas and they become encrypted, transformed and reinterpreted inside the features and the concept of the future video art film. Although the reality we refer to hallmarks the artistic/aesthetic concept depending on the artist’s choices and attitudes, on his/her perspective on the referential element, the mark that is based on reality will not be visible any longer and therefore, the new image questions the credibility aspect.
The thus created video art brings into discussion the issue of promoting through images the way of perceiving reality through subjectivity, game, scenario, multiple hyper-realities and simulation inside the created virtual space. The end is the destruction of overused conventions on image interpreting; the traditional way of thinking is changed and prejudices about the image itself, about the relation between real and imaginary space, are broken.
We discover, therefore, a virtual labyrinth of ideas that counts on the numerous self-referential elements, apparently simultaneous and arbitrary, dominated by an aesthetic, conceptual chaotic diversity; contrary to this, the video image is an interface between reality and the artist’s video-conceptual subject.”
Curator: Associate Professor Dr. Gabriela Diana Bohnstedt Gavrilas
Visualcontainer’s selection:
Lino Strangis – The dance of wired emotions, 5:15, 2016
Flavio Scutti – Rides, 5:26, 2016
Debora Hirsch ETIX, 1:33, 2003
Cristobal Catalan – Space Scream, 8:00, 2017
Sonia Armaniaco – Disturbed glance – 2:48, 2015
Barbara Brugola – Loop, 8:38, 2017
Lucia Veronesi – Seduti nell’oscurità è tutto più chiaro, 4:00, 2017
Special thanks to: Dott.ssa Gabriela Diana Bohnstedt Gavrilas, Dr. Aurel Chiriac and Tibi Fekete
INTERFACE |Video Art Event, IX edizione
Curatore: Associate Professor Dr. Gabriela Diana Bohnstedt Gavrilas
Selezione a cura di Visualcontainer
Museo Tarii Crisurilor, Oradea – Romania
Notte Bianca dei Musei
19-20 Maggio 2017
19.00 – 02.00
In collaborazione con:
University of Oradea – Faculty of Arts – Department of Visual Arts
The Museum of Tarii Crisurilor, Oradea, Romania
Conflux Oradea (Romania)
Visual Container, Milano (Italy),
VisualcontainerTV International Videoart webchannel
[.BOX] Videoart Project Space Milano (Italy)
Artisti: Lino Strangis – Flavio Scutti – Debora Hirsch – Cristobal Catalan – Sonia Armaniaco – Barbara Brugola – Lucia Veronesi
INTERFACCIA*
*
1. Un punto in cui due sistemi, soggetti, organizzazioni, ecc. Si incontrano e interagiscono.
‘L’interfaccia tra contabilità e legge’
1.1 Fisica: una superficie che forma un confine comune tra due parti di materia o spazio, ad esempio tra due liquidi immiscibili.
“La tensione superficiale di un liquido nella sua interfaccia aria / liquido”
2. Computing: dispositivo o programma che consente a un utente di comunicare con un computer.
2.1 Un dispositivo o programma per connettere due elementi hardware o software in modo che possano essere azionati congiuntamente o comunicati tra loro. Un’interfaccia del programma applicativo ‘”.
Dizionario di Oxford
https://en.oxforddictionaries.com/definition/interface
“La capacità di elaborare tridimensionalmente le immagini su dispositivi digitali consente al video artista di materializzare le proprie idee attraverso approcci filosofici dello spazio virtuale, approcci che considerano la realtà la base per le premesse future.
L’interfaccia deve essere intesa non in modo peggiorativo, come una superficie superficiale o una simulazione senza alcuna coerenza concettuale, ma come una successione di immagini che rappresentano lo stesso oggetto di riferimento, trasformate in modi diversi dall’artista senza perdere il concetto.
La nostra proposta è quella di creare universi ipotetici, realtà alternative caratterizzate da flessibilità e conioni simultanee al mondo immaginario; realtà che eludono restrizioni fisiche, ideologiche, estetiche.
In questo modo, l’artista seleziona dall’ambiente e dai suoi fenomeni di appartenenza, alcune caratteristiche che alla fine semplificherà o arricchirà con elementi astratti appartenenti allo spazio virtuale. Utilizzando diversi strumenti digitali, l’artista offre l’idea che domina il concetto del progetto video.
Il risultato è un’interfaccia che struttura l’accesso alla successione delle immagini video create, che non dipende dalla realtà ricercata perché si evolve in modo diverso in base alle scelte soggettive e autoreferenziali dell’artista video.
Così, due mondi apparentemente contraddittori si fondono e si incontrano nel mondo delle idee e vengono crittografati, trasformati e reinterpretati all’interno delle caratteristiche e del concetto del futuro film d’arte video. Sebbene la realtà ci riferisca a caratterizzare il concetto artistico / estetico a seconda delle scelte e degli atteggiamenti dell’artista, sulla sua prospettiva sull’elemento referenziale, il marchio che si basa sulla realtà non sarà più visibile e quindi, la nuova immagine si interroga l’aspetto della credibilità.
La video arte così creata mette in discussione il problema di promuovere attraverso le immagini il modo di percepire la realtà attraverso la soggettività, il gioco, lo scenario, molteplici iper-realtà e simulazione all’interno dello spazio virtuale creato. Il fine è la distruzione di convenzioni abusate sull’interpretazione di immagini; il modo di pensare tradizionale è cambiato e i pregiudizi sull’immagine stessa, sulla relazione tra spazio reale e spazio immaginario, sono infranti.
Scopriamo, quindi, un labirinto virtuale di idee che conta sui numerosi elementi autoreferenziali, apparentemente simultanei e arbitrari, dominati da una diversità caotica estetica e concettuale; al contrario, l’immagine video è un’interfaccia tra la realtà e il soggetto video-concettuale dell’artista “.
Curatore: Professore associato Dr. Gabriela Diana Bohnstedt Gavrilas
Selezione di Visualcontainer:
Lino Strangis – The dance of wired emotions, 5:15, 2016
Flavio Scutti – Rides, 5:26, 2016
Debora Hirsch ETIX, 1:33, 2003
Cristobal Catalan – Space Scream, 8:00, 2017
Sonia Armaniaco – Disturbed glance – 2:48, 2015
Barbara Brugola – Loop, 8:38, 2017
Lucia Veronesi – Seduti nell’oscurità è tutto più chiaro, 4:00, 2017
Un ringraziamento a : Dott.ssa Gabriela Diana Bohnstedt Gavrilas, Dr. Aurel Chiriac e Tibi Fekete
Ca’ Foscari Short Film Festival – Lo Sguardo Sospeso
Selezione video a cura di Visualcontainer
22 Marzo 2018 ore 15.00
Auditorium Santa Margherita
Università Ca’ Foscari Venezia
Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali
Malcanton Marcorà, Dorsoduro 3484/D – 30123
Anche quest’anno il programma di videoarte Lo sguardo sospeso vede la collaborazione di Alessandra Arnò, co-fondatrice di Visualcontainer Italian Videoart Plaftorm e direttore di VisualcontainerTV, che propone per lo Short Film Festival 2018 una selezione di video con un approccio narrativo più vicino al concetto e all’immaginario “filmico”.
E’ quasi come rivedere i momenti salienti della storia del cinema. La continuità tra le ricerche del passato e quelle contemporanee è evidente, ed è incredibile come gli elementi narrativi continuino a essere coniugati rendendo palesi significati sempre uguali e sempre diversi.
Dallo split screen alla reinvenzione dei “prossimamente” ovvero dei trailer, al piano sequenza notturno, un frammento di vita che diventa esemplare, alla grande cura per la tecnica, ma soprattutto dell’imprescindibile collegamento con l’audio, fa capire come la ricerca del video artista possa ispirarsi anche al passato con l’intenzione di decifrare il presente. Per quanto in tempi siano molto brevi, gli elementi che interrogano, disturbano e angosciano l’uomo contemporaneo sono resi palesi con immediatezza, caratteristica peculiare della videoarte.
Elisabetta Di Sopra
Selezione Video
Davies Zambotti Alla salute! 5:58, 2015
Sonia Armaniaco – no more UPGRADE – 7:57, 2016
Eleonora Roaro – 00:00:01:00, 2:00, 2016
Barbara&ale – Barbara Ceriani Basilico e Alessandro Mancassola – The sky is fallin, loop 7:54, 2017
Micol Roubini + Lorenzo Casali – Green Gold – 13:40, 2012
Antonello Matarazzo – Your Body is Your Buddha, 3:40, HDV 2014
Valentina Miorandi – Cross Broadway, 5:27, 2009
Debora Hirsch – Limite, 7:17, 2012
Davies Zambotti, Alla salute! (5:58, 2015)
Racconto polifonico. Liquido scorre libero su parole secondarie. Livelli si rincorrono sovrapponendosi, gli eventi si giustificano, si cancellano, fino alla prossima volta. Fino al prossimo livello, Giocondo sembra il tempo del ricordo da cui nasce l’assordante seme del presente. Le immagini parlano nel silenzio delle parole mai pronunciate. La questione della realtà. Cosa succede ogni giorno, davanti ai nostri occhi chiusi. Assordare le orecchie, riducendo il livello di coscienza a un unico brano violento e incomprensibile. Se questa è l’offerta alla carta alziamo i calici e brindiamo! Alla Salute!
Sonia Armaniaco, no more UPGRADE, (7:57, 2016)
Ogni disastro nucleare, o test, o l’uso come arma, ha danneggiato irrimediabilmente innumerevoli vite umane e l’ambiente, sembra che la principale motivazione di tutto questo è di far esplodere il dispositivo più alto e più potente. Le più antiche testimonianze dell’uso di gas velenosi nella guerra risale al quinto secolo AC, durante la guerra del Peloponneso tra Ateniesi e Spartani. Lottiamo solo per essere come gli aggressori primordiali…
Eleonora Roaro, 00:00:01:00 (2:00, 2016)
Il progetto 00:00:01:00 è un’installazione di sette video-performance della durata di un secondo. Il titolo si riferisce alla timecode usata nella produzione di video e film, che tecnicamente corrisponde ad ore, minuti, secondi e frame. In ciascun video l’artista scoppia un palloncino con un ago in differenti siti preistorici della Cornovaglia, evocando l’effimero e la fragilità. E’ una metafora delle ere geologiche: così come la Terra ha impiegato molti anni a trasformarsi e crescere, noi in un secondo stiamo distruggendo ogni cosa. Si lega a discussioni riguardo l’Antropocene, un’epoca caratterizzata dall’impatto globale delle azioni umani sull’ecosistema e sulla geologia della Terra.
Barbara&ale – Barbara Ceriani Basilico & Alessandro Mancassola, The Sky is Fallin, Loop (7:54, 2017)
Alpi svizzere: 2328 metri di altitudine. -10°C. Vento, neve, nubi e sole. Un vibrafono adagiato su un lago ghiacciato. Il titolo e l’ambientazione: non abbiamo detto altro a Elio Marchesini nell’invitarlo a essere protagonista del film. Un’autostrada immaginaria tra le montagne dove corre il vento, che rompe il ghiaccio e disegna il paesaggio innevato, e dove il vibrare del metallo dialoga, scompare e resiste alle folate continue. Il whiteout è una disfunzione visiva causata dal biancore della neve e delle nubi che disorienta violentemente: il cielo sta cadendo. Quel che resta poi, è un individuo solitario che suona un vibrafono, che si ostina a non perdere il controllo, smarrito nel paesaggio.
Micol Roubini & Lorenzo Casali, Green Gold, (13:40, 2012)
“Molto di ciò che noi chiamiamo naturale, non è davvero così, ma in realtà è artificiale: da campi coltivati, alberi e piante coltivate e disposte in un certo ordine, fiumi confinati all’interno dei confini precisi e diretti verso un percorso preciso, e altre caratteristiche, hanno né la condizione né l’aspetto che avrebbero naturalmente “. (Giacomo Leopardi, Elogio degli uccelli) Oro Verde è un’espressione finlandese che si riferisce alla silvicoltura; a quel tesoro considerato fondamentale per il sistema economico del paese, costituito da legname di abeti, pini e betulle. Questo video, che fa parte di un progetto più ampio tra cui anche un libro e due serie fotografiche, si concentra sul rapporto complicato tra il deserto originale di un paesaggio e di intervento umano, profondamente manipolare e alterare l’elemento naturale. E ‘stato concepito nel 2011 nel corso di un periodo di artist-in-residence presso Svenska Konstskolans i Nykarleby Vänner, Nykarleby, Finlandia, e poi edito a Rotterdam.
Antonello Matarazzo, Your Body is Your Buddha (3:40, 2014)
La comprensione del mondo si esprime anche attraverso il corpo il quale conserva in sé le informazioni del processo karmico. La coreografia aspira a sublimare le gestualità dei diversi animali provenienti da un territorio ancestrale in cui il sé si identifica con altre forme di vita. Una metamorfosi biologica che si realizza in un flusso ininterrotto contrassegnato dalle immagini delle prime sperimentazioni cronofotografiche che E. Muybridge e È. J. Marey realizzarono servendosi delle più svariate specie faunistiche.
Valentina Miorandi, Cross Broadway (5:27, 2009)
Video girato in piano sequenza. L’artista si improvvisa Turista per caso alle prese con un’inedita perlustrazione intorno all’anima di Manhattan. Il cuore della metropoli è ripreso in un’unica inquadratura, priva di interruzioni, la struttura cinematografica è quella dei titoli iniziali di un film che sta per iniziare, la 42° street nel suo status di icona paesaggistica, satura di abbagli, scritte luminose viene attraversata da anonime figure umane. Passanti che, come maree accidentali, transitano nel crocevia, si accavallano gli uni agli altri e diventano “celebri” per il breve lasso di tempo del loro passaggio per poi svanire, sostituiti da altri “divi” momentanei. E’ il genius loci artificiale ed astratto di questo non luogo a scegliere e determinare, durante il fugace transito, i veri protagonisti dello show nell’ambito di Cross Broadway.
In collaborazione con Galleria Boccanera, Trento
Debora Hirsch, Limite (7:17, 2012)
Tutti conoscono cos’è un trailer di un film, un breve corto commerciale che raggruppa frammenti di varie scene di un nuovo film per suscitare la curiosità del pubblico prima della sua uscita. Ignorando la definizione tradizionale e la funzionalità del formato, l’artista Debora Hirsch ha deciso di creare alcuni trailer ‘postumi’ della pellicola Limite del 1931. Limite, del regista Mario Peixoto, è spesso considerato il punto di riferimento nella storia del cinema brasiliano, nonostante non sia mai stato lanciato commercialmente. Hirsch ha creato non uno, ma tre trailer, ciascuno utilizzando solo le immagini originali e i suoni del film, che annunciano l’imminente lancio fittizio della pellicola. Uno dei trailer incorpora lo stile hollywoodiano, un altro introduce i personaggi e la trama del film e il terzo trailer si concentra sul regista e le sue intenzioni tematiche.
Visualcontainer distributor promuove e distribuisce i video presenti nell’archivio per mostre, progetti istituzionali, didattici e screening privati. Visualcontainer distributor sviluppa anche progetti curatoriali, promuove scambi culturali internazionali, pubblicazioni, manifestazioni artistiche e fornisce supporto informativo e didattico (seminari, workshop).
L’attività di promozione e divulgazione della videoarte prevede anche scambi internazionali, eventi curatoriali e didattici, svolti anche in collaborazione con festival, università, organizzazioni istituzionali e no profit operanti in Italia e all’estero.
Lo Sguardo Sospeso
DONA IL 5 x 1000
Visualcontainer
Via Volturno 35
20124, Milan – Italy
info@visualcontainer.org